Sicilia is a magazine that still has much to tell and teach, in its absolute visionariness so constantly hovering between being a Sicilian, and even more viscerally a Palermitan magazine and being an international, contemporary, multilingual, experimental and forward- looking magazine. Sicilia, without fear of being accused of unnecessary and exaggerated local pride, deserves a much more in-depth study than has been done so far, through a careful analysis conducted in the different subjects involved in the folds of its pages. Here we will try to deepen its study, analyzing the magazine as a complex graphic artifact, through the lens of visual communication design, the discipline that will help us to investigate its concept, its development, its evolution and above all its constant experimentation.Sicilia, è una rivista che ancora oggi ha molto da raccontare e insegnare, nella sua assoluta visionarietà così costantemente in bilico tra l’essere un periodico visceralmente siciliana e ancor più palermitana e l’essere una rivista internazionale, contemporanea, poliglotta, sperimentale e proiettata verso nuovi scenari. Sicilia, senza timore di potere essere tacciata di inutile campanilismo, merita di essere studiata in modo ben più approfondito di quanto sia stato fatto sinora, attraverso un’attenta analisi condotta nei diversi ambiti disciplinari coinvolti tra le pieghe delle sue pagine. In questa sede proveremo ad approfondire il suo studio analizzando la rivista, quale complesso artefatto grafico, attraverso la lente del design della comunicazione visiva, la disciplina progettuale che ci aiuterà a indagare la sua concezione, il suo sviluppo, il suo evolversi e in particolar modo le sue continue sperimentazioni.