Nell’aula magna della Facoltà di Architettura (in via Maqueda), il 25 gennaio, il Corso di laurea in Disegno Industriale ha ospitato la prima tappa del Gran Tour della Poesia, una poesia per l’Oreto. L’iniziativa, organizzata da Antonio Presti (presidente dell’Associazione Culturale Fiumara d’Arte) in collaborazione con la Facoltà di Architettura, il Giornale di Sicilia e l’Associazione Salvare Palermo, raccoglie alcuni dei migliori nomi della poesia contemporanea nazionale nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica perché la cittadinanza si riappropri dell’Oreto e si realizzi un museo a cielo aperto lungo il fiume, come simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva.
Pagine bianche svolazzavano da una parte all’altra dell’aula, mentre grappoli di lettere, sparse sul pavimento e arrampicate sulle sedie, definivano un nuovo percorso nuove parole per un fiume dimenticato. Così la Facoltà di Architettura dava il benvenuto a Franco Loi, Luciano Erba, Elio Pecora, Jolanda Insana e Marcia Theophilo, progettisti – a modo loro – della parola.Nell’aula magna della Facoltà di Architettura (in via Maqueda), il 25 gennaio, il Corso di laurea in Disegno Industriale ha ospitato la prima tappa del Gran Tour della Poesia, una poesia per l’Oreto. L’iniziativa, organizzata da Antonio Presti (presidente dell’Associazione Culturale Fiumara d’Arte) in collaborazione con la Facoltà di Architettura, il Giornale di Sicilia e l’Associazione Salvare Palermo, raccoglie alcuni dei migliori nomi della poesia contemporanea nazionale nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica perché la cittadinanza si riappropri dell’Oreto e si realizzi un museo a cielo aperto lungo il fiume, come simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva.
Pagine bianche svolazzavano da una parte all’altra dell’aula, mentre grappoli di lettere, sparse sul pavimento e arrampicate sulle sedie, definivano un nuovo percorso nuove parole per un fiume dimenticato. Così la Facoltà di Architettura dava il benvenuto a Franco Loi, Luciano Erba, Elio Pecora, Jolanda Insana e Marcia Theophilo, progettisti – a modo loro – della parola.Nell’aula magna della Facoltà di Architettura (in via Maqueda), il 25 gennaio, il Corso di laurea in Disegno Industriale ha ospitato la prima tappa del Gran Tour della Poesia, una poesia per l’Oreto. L’iniziativa, organizzata da Antonio Presti (presidente dell’Associazione Culturale Fiumara d’Arte) in collaborazione con la Facoltà di Architettura, il Giornale di Sicilia e l’Associazione Salvare Palermo, raccoglie alcuni dei migliori nomi della poesia contemporanea nazionale nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica perché la cittadinanza si riappropri dell’Oreto e si realizzi un museo a cielo aperto lungo il fiume, come simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva.
Pagine bianche svolazzavano da una parte all’altra dell’aula, mentre grappoli di lettere, sparse sul pavimento e arrampicate sulle sedie, definivano un nuovo percorso nuove parole per un fiume dimenticato. Così la Facoltà di Architettura dava il benvenuto a Franco Loi, Luciano Erba, Elio Pecora, Jolanda Insana e Marcia Theophilo, progettisti – a modo loro – della parola.Nell’aula magna della Facoltà di Architettura (in via Maqueda), il 25 gennaio, il Corso di laurea in Disegno Industriale ha ospitato la prima tappa del Gran Tour della Poesia, una poesia per l’Oreto. L’iniziativa, organizzata da Antonio Presti (presidente dell’Associazione Culturale Fiumara d’Arte) in collaborazione con la Facoltà di Architettura, il Giornale di Sicilia e l’Associazione Salvare Palermo, raccoglie alcuni dei migliori nomi della poesia contemporanea nazionale nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica perché la cittadinanza si riappropri dell’Oreto e si realizzi un museo a cielo aperto lungo il fiume, come simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva.
Pagine bianche svolazzavano da una parte all’altra dell’aula, mentre grappoli di lettere, sparse sul pavimento e arrampicate sulle sedie, definivano un nuovo percorso nuove parole per un fiume dimenticato. Così la Facoltà di Architettura dava il benvenuto a Franco Loi, Luciano Erba, Elio Pecora, Jolanda Insana e Marcia Theophilo, progettisti – a modo loro – della parola.