[:en]Number 10 of PAD is a special number. It is devoted to Sicily and, to those who, like us, come from this region of the Mediterranean or have spent there a part of their life; this number represents a moment of retrospective consideration, in the will of opening a “conversation” with the current situation, for a connection between seek of comprehension and real change of the practices.
After 10 numbers, PAD restarts from its origins. Born in Palermo in 2005, thanks to a group of researchers who have been working perpetually for the development of the design culture in Sicily, PAD has achieved an international reputation. It has left its original place in order to enter the web region, popular place that is being colonised by the Southern countries of the world, because of the possibilities of emancipation offered by the net. And nowadays PAD is immersed in a net of contacts that feed its Pages on Arts and Design.
After this premise, let’s go back to the question of this number. What is new in Sicily?
Back to the original places for a recognition of what is the current Sicilian scene of design and art, we cannot but highlight the fact that design, that until a few years ago was exclusively connected to the formation of the young at the Faculty of Architecture of Palermo, is now taking a full-bodied structure with branches in the whole region and several articulations. Industrial design courses are widespread in the Academies, with Palermo and Catania as driving forces, so are workshops, events, professional occasions, enterprises of new typology, whereas ADI Sicily, regional delegation of the Italian Association for the industrial Design, has become the reference point for the actions of design for the producing companies and the young professionals (as you will read in the interview of Alessandra Fazio to Vincenzo Castellana, President ADI Sicily).
There is also a flourishing of social enterprises (as written by Agnese Giglia) connected to creative activities linked to the territory resources, of art centres such as Farm Cultural Park of Favara (visible in Reportage) and Fiumara d’Arte in Tusa and of laboratories of ideas that help provide new ideas to the genius loci of whom Sicily is rich.
And then there is a young generation of artists and designers, born in the South but trained all around the world, that has left their home country in order to be fulfilled. They have learnt to travel, to be contaminated, they have achieved the right thinking necessary to be able to protest, to carry out a “cultural resistance”, thus spreading know-how and a new forma mentis. Willing to give a contribution to the future of their home community on location or at distance, this generation represents a new chance for a Sicily that is widespread, connected and global.
Also through their projects (as you will see in Young Sicilian design), Sicily becomes a place to be traversed and visited: destination for the cultural and enogastronomic tourism or for Pizzo-free tourism, with unique products that come in contact with their own environment, thus seeping authenticity. Moreover, one shouldn’t forget that there is also an image of Sicily that is conveyed by a product that has become global: the series Montalbano that Rai exports with the result that spectators have multiplied their visits to Sicily year after year.
In this overview that this number proposes, by presenting some case history of Sicilian design in order to reach modernity, we wish to prevent from exalting a reality that is still too complicated and contradictory. We will put our expectations into the hands of the young and of the strategic dimension of design within the Sicilian territory.
Design is a generative and epidemic activity.
The cultural tools of design and arts can give a substantial contribution to the creation of an “economy of culture”, the only economy that disposes of endless resources and potential, that can carry out projects for a sustainable and virtuous future.
Cover Photo by Sasha Vinci artist born in Modica in 1980. Today living and working in Scicli.
www.sashavinci.it
“Sicily…is the land where I came back voluntarily some years ago, the place where my instinct tells me to stay and work. Sicily is the centre, and it is like this that we have to imagine it. It is necessary to join forces against any kind of power obstructing the cultural evolution of this incredible territory. A real change can be triggered by the independent realities of art”. (S. V.)[:it]
Il numero 10 di PAD è un numero speciale. È dedicato alla Sicilia e, per chi come noi proviene da questa regione del Mediterraneo o vi ha trascorso parte della propria vita, questo numero rappresenta un momento di riflessione retrospettiva nella volontà di aprire una “conversazione” con la situazione attuale, all’insegna di una circolarità fra ricerca di comprensione e cambiamento effettivo delle pratiche.
Dopo 10 numeri, PAD riparte dalle sue origini. Nato a Palermo nel 2005, grazie a un gruppo di ricercatori che ha operato incessantemente per la crescita della cultura del design in Sicilia, PAD si è costruito nel tempo una reputazione internazionale. È uscito dal suo luogo di origine per approdare nella regione del web, luogo diffuso di cui i Sud del mondo stanno diventando attivi colonizzatori, grazie alle possibilità di emancipazione sociale che la rete può fornire. E oggi PAD si trova immerso in una rete di contatti che alimentano le sue Pages on Arts and Design.
Dopo questa premessa, arriviamo alla domanda di questo numero. Cosa c’è di nuovo in Sicilia?
Ritornati nei luoghi di origine per una ricognizione di ciò che oggi è la scena siciliana del design e dell’arte non possiamo non evidenziare che il design, attività che solo qualche anno fa era esclusivamente legata alla formazione dei giovani nella Facoltà di Architettura di Palermo, sta assumendo una struttura corposa con ramificazioni nell’intera regione e varie articolazioni. Si diffondono i corsi di disegno industriale nelle Accademie, con centri propulsori Palermo e Catania, i workshop, gli eventi, le occasioni professionali, le imprese di nuova tipologia mentre ADI Sicilia, delegazione regionale dell’Associazione italiana per il disegno Industriale, diventa per le aziende produttrici e i giovani professionisti il punto di riferimento per le azioni di design (come leggerete nell’intervista di Alessandra Fazio a Vincenzo Castellana, Presidente ADI Sicilia).
C’è anche un fiorire di imprese sociali (ne scrive Agnese Giglia) connesse ad attività creative legate alle risorse territoriali, di centri per l’arte come Farm Cultural Park di Favara (visibile in Reportage) e Fiumara d’Arte a Tusa e di laboratori di idee che contribuiscono a impollinare di nuove idee i genius loci di cui la Sicilia è ricca.
E poi c’è una giovane generazione di artisti e designer, meridionali di nascita ma cosmopoliti di formazione, che ha lasciato i luoghi di origine per potersi realizzare. Ha imparato a viaggiare, a contaminarsi, ha acquisito lo spirito critico necessario per poter protestare, per operare una “resistenza culturale”, diffondendo know-how e una nuova forma mentis. Decisa a contribuire al futuro della sua comunità d’origine in loco o a distanza, questa generazione costituisce una nuova chance per una Sicilia diffusa, connessa e globale.
Anche attraverso i loro progetti (come vedrete in Giovane design siciliano), la Sicilia diventa luogo da percorrere e visitare: meta per il turismo culturale ed eno-gastronomico o per quello Pizzo-free, con i prodotti unici che entrano “in risonanza” con il proprio ambiente, trasudando autenticità.
E non dimentichiamo che c’è anche un’immagine della Sicilia veicolata da un prodotto divenuto globale: i telefilm di Montalbano, una sorta di brand della Sicilia che la Rai esporta con l’effetto che gli spettatori di anno in anno hanno moltiplicano le visite in Sicilia.
In questa overview che il numero propone, presentando delle case history del design siciliano per giungere all’attualità, vorremmo evitare di esaltare una realtà ancora troppo controversa e contraddittoria. Affidiamo le nostre speranze ai giovani e alla dimensione strategica del design all’interno del territorio siciliano.
Il design è un’attività generativa ed epidemica.
Gli strumenti culturali del design e delle arti possono contribuire in maniera sostanziale alla creazione di una “economia della cultura”, l’unica economia che ha risorse e potenziale infinito, che può mettere in atto progetti per un futuro sostenibile e virtuoso.
La foto di copertina è di Sasha Vinci, artista nato a Modica nel 1980. Oggi vive e lavora a Scicli.
“La Sicilia … È la terra in cui anni fa sono volontariamente ritornato, il luogo in cui l’istinto mi dice di restare a operare. La Sicilia è centro, è così che dobbiamo immaginarla. Occorre schierarsi contro ogni forma di potere che ostacola l’evoluzione culturale di questo incredibile territorio. Dalle realtà indipendenti dell’arte può innescarsi un vero cambiamento”. (S. V.)
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