Editorial #08

[:en]A new cycle starts for PAD with issue n. 8.
Having mainly devoted the first seven issues to the evolution of design in the countries of the Mediterranean area, and having obtained a major nod with the inception in the ADI Index, PAD starts afresh. With issue 8, it changes its acronym in Pages on Arts & Design and dons a new package. While the journal’s focus is still on design in the Mediterranean countries, it relies on a new ‘diffuse’ network of collaborators and writers at large who will shed light on the hot issues emerging in the design field, particularly in the Maghreb and Mashrek regions.
The title inaugurating PAD’s new cycle is The Mediterranean of Women.
The design activities that women are involved in – their surveys, thoughts and words – in the Mediterranean area are the aspects forming the central theme of this issue. While it is far from easy to approach, the editorial committee considered, and still considers in its current lineup, that such theme is worth the effort.
Indeed, PAD had announced its intention to explore women’s creativity and design capabilities in the countries of the Mediterranean area as early as 2008. Issues n. 4 and n. 5 presented female designers who developed a wide range of activities (from textile to furniture designs, from jewelry to graphic design) in various regions of the area. Their work illustrated how, in the countries of the Southern as well as the Northern coast of the Mediterranean basin, the arts and crafts production typical of the Mediterranean tradition flourishes alongside expressions of full-fledged modernity, developed by women with great passion and pride.
Designers, artisans, artists, photographers, film-makers, women who have been able to integrate their creative abilities in their professional activity thus becoming agents of transformation and models for future generations. Well aware of their rights, these women challenge the stereotypes forced on them by their cultures by choosing difficult trajectories of integration and empowerment in the profession and in society. They are well-determined to question and challenge themselves, and to be an active part of the Mediterranean communities’ economical, social, and cultural development.
The issue’s first article is (Women’s) design will save the (Arab) world by Gianni di Matteo – an adaption in the female of “Design will save the (arab) world”, the provocation Ahmad Humeid – the Jordan architect and founder of Redesign Arabia, proposed in the manifesto/appeal addressed to the creative communities in his country. The article presents a good number of Arab women striving to conquer center stage in the international design scene.
The following articles present projects developed by women in various fields: agro-industrial design for the Ametlla+ design built in the Island of Mallorca explained by its author, designer Barbara Flaquer; social design for the Master dissertation of Turkish designer Eda Kose; contemporary art and use of calligraphy in the works of Arab artists who voice the words and thoughts of women and the contradictions of world and society ; academic research applied to the study of female stereotypes recurring in advertising and marketing.
This last article, by Valeria Bucchetti, is the connection introducing a focus section about the evolution of Gender Studies in the Western world. This section starts with an interview with Cheryl Buckley, a historian of British design who, while analyzing the work of female ceramists in the Midlands from 1870 through 1955, has developed a theory according to which patriarchal society is responsible for erasing women from the history of design. With permission from MIT Press, we publish Cheryl Buckley’s article Made in Patriarchy: Toward a Feminist Analysis of Women and Design, printed in Design Issues vol. III, N. 2 in 1986. We propose both the original version and the Italian translation hoping to renew interest in an issue that so far has failed to make an impact in the Mediterranean countries.
As usual, the main section is complemented by additional features.
This issue includes photographic reportages, among other things, about the Milan Furniture Fair and a report on the thriving design scene in Croatia.
The issue is completed by news from the Mediterranean presenting the numerous events that will enliven the new scene of design in the next few weeks and months.
Finally, I hope that arts and design will fill our readers’ summer and urge them to write to propose topics they care about, and recommend emerging ideas and new projects that embrace the cultural, technical, social and economical innovation the Mediterranean region so clearly needs.
M.F.
Cover photo: © Fabio Gambina, Palermo, June 2012[:hr]
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Con il n. 8 PAD inaugura un nuovo ciclo.

Dopo i primi sette numeri, caratterizzati dal focus sull’evoluzione del design nei Paesi dell’area mediterranea, e dopo avere ottenuto l’importante riconoscimento della selezione ADI Index, PAD si rinnova. Dal nunero 8 declina il suo acronimo in Pages on Arts & Design ed esce con una nuova veste grafica. Il journal mantiene e concentra l’attenzione sul design nei Paesi mediterranei, e si avvale di una nuova organizzazione “diffusa” di collaboratori e corrispondenti che desteranno l’interesse per i temi caldi che nascono nell’ambito del design, con particolare riguardo alle aree del Maghreb e Mashrek.

PAD apre il nuovo ciclo con il titolo Il Mediterraneo delle Donne.

Le attività di design con cui le donne si confrontano nell’area mediterranea, le ricerche, i pensieri e le loro parole: questi sono gli argomenti che costituiscono il tema centrale con cui ci confrontiamo in questo numero. Un tema non semplice ma sul quale la redazione riteneva, e ritiene ancora oggi nella sua nuova formazione, valga la pena di insistere.

Infatti, già nel 2008, PAD aveva annunciato la volontà di un’esplorazione sulla creatività e la progettualità femminile nei Paesi dell’area mediterranea. Nel n. 4 e poi nel n. 5 si presentavano donne designer che in diverse regioni dell’area svolgono attività molto varie (dal textile al forniture design, dal jewellery al graphic design). Il loro lavoro mostrava che non solo nei Paesi della costa Nord del bacino mediterraneo, ma anche nei Paesi della costa Sud, accanto alla produzione artistico-artigianale tipica della tradizione mediterranea, si diffondono espressioni di grande modernità, portate avanti con passione e fierezza da donne.

Designer, artigiane, artiste, fotografe, cineaste, donne che hanno saputo integrare le loro capacità creative all’attività professionale e ciò le ha portate ad essere agenti di trasformazione, punti di riferimento per le generazioni future. Donne consapevoli dei loro diritti, che sfidano gli stereotipi imposti dalle culture di origine, con difficili percorsi d’integrazione e affermazione femminile nel mondo del lavoro e nella società. Esse testimoniano la grande determinazione a mettersi in discussione e confrontarsi, a partecipare all’evoluzione economica, sociale e culturale delle realtà mediterranee.

Il numero si apre con l’articolo di Gianni Di Matteo il cui titolo Il design (delle donne) salverà il mondo (arabo) declina al femminile la provocazione di Ahmad Humeid, l’architetto giordano fondatore di Redesign Arabia, riportata nel manifesto/appello lanciato ai creativi del suo Paese: “Design will save the (arab) world”. L’articolo presenta un discreto numero di donne arabe impegnate a conquistare la ribalta internazionale del design.

Seguono articoli che presentano progetti sviluppati da donne in vari ambiti: “agrindustrial design” nel caso del progetto Ametlla+ realizzato nell’isola di Maiorca, raccontato dalla stessa autrice del progetto, la designer Barbara Flaquer; social design nel caso della tesi di Master della turca Eda Kose; arte contemporanea e uso della calligrafia nelle opere delle artiste arabe che dà voce alle parole, ai pensieri delle donne e alle contraddizioni che il mondo e la società propone; ricerca accademica per lo studio sugli stereotipi femminili che vengono riproposti nell’ambito pubblicitario e della comunicazione dei prodotti.

Proprio quest’ultimo articolo, di Valeria Bucchetti, ci permette di introdurre una sezione di approfondimento al tema che ripercorre l’evoluzione dei Gender Studies nel mondo occidentale. La riflessione si apre con un’intervista a Cheryl Buckley, la storica del design inglese che, analizzando il lavoro delle ceramiste nelle Midlands inglesi dal 1870 al 1955, ha sviluppato la teoria secondo la quale la negazione dell’esistenza delle donne nella storia del design sia da attribuire alla società patriarcale. Di Cheryl Buckley pubblichiamo, su gentile concessione di MIT Press, l’articolo “Made in Patriarchy: Toward a Feminist Analysis of Women and Design” apparso su Design Issues vol. III, N. 2 nel 1986. Ne pubblichiamo la versione originale e la traduzione in italiano sperando di suscitare un nuovo interesse sull’argomento, che nei paesi mediterranei non ha avuto dei grossi sviluppi.

Alla sezione sul tema principale se ne affiancano, come sempre, altre.

In questo numero, una rubrica di Report fotografici e non solo, dal Salone del mobile di Milano e uno sguardo al design della Croazia che si dimostra una realtà vivace.

Completano il numero le news dal Mediterraneo che presentano molti eventi che nei prossimi giorni e mesi vivacizzeranno i nuovi territori del design.

Concludo augurando un’estate all’insegna delle arti e del design e rinnovando l’invito ai nostri lettori a sollecitare temi, a segnalare fenomeni emergenti e nuovi progetti portatori di quelle innovazioni culturali, tecniche, sociali ed economiche di cui i territori del Mediterraneo hanno bisogno.

M.F.

Foto di copertina: © Fabio Gambina, Palermo, giugno 2012.

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