Born on a warm day of November, in Palermo, he grew up surrounded by the beauty of his city. He studied in Palermo, A Coruña and Venice where he concluded the master degree in product design at the Iuav University in 2012 with the project “Nuove realtà per vecchie località” (New reality for old lacations).
He has worked between Italy, Spain, Portugal and the United Kingdom, after a collaboration with Cibicworkshop, he is currently collaborating with the studio Chris Kabel in Rotterdam.
He works in product and graphic design.
New reality for old locations
So what makes any place a nice place? Probably the people who live there and the relationships that are established between them, but if at some point these people abandon it and forget it, then it loses not only its beauty, but also loses its sense of place.
This thesis talks about Sicily, small towns built sixty or more years ago, and talks about reactivation, new forms of tourism, paths, nature and new proposals.
The work is divided into two key moments: the first comprehensive research on the meaning of abandonment and how to reactivate existing in Europe. In a second time, the idea focuses on the villages farm built in Sicily between 1920 and 1960, during the Fascist period for the plan nicknamed “piano di colonizzazione del latifondo siciliano“, between fifty and more villages built, four were chosen for their geographical and morphological switches and have proven potential for a large and complex project reflection. It is given initial impression of use for each of the four villages, each village subsist thanks to a resident community through agriculture produced in the adjacent fields in turn occupies the management and operation of the entire service; of the four villages then for their characteristics is intended for specific uses: a joint tourism, a centre for art and crafts, a centre for research and agricultural production and a small alb ergo diffuse.
The project focuses on the path of one hundred and eleven kilometres that connects the four villages, the latter to be made on foot, on horseback or by bike, through not only the villages as well as areas of natural beauty, try to reactivate areas normally excluded from traditional tourism markets such as the agricultural areas of the Sicilian countryside. They were finally designed a series of artifacts of use and communication artifacts such as microstructures for day and night stop, reporting structures, multimedia application and a website that try to make the tourist experience a moment of discovery and lived. In its complexity the project does not want to be the point of arrival or the solution to the problem of abandonment, but identifies it as an opportunity to undertake a process of reflection on the potential of the existing.
Nato in un caldo giorno di novembre a Palermo, é cresciuto circondato dalla bellezza della sua terra. Ha studiato a Palermo, La Coruña, e Venezia dove nel 2012 all’Università Iuav ha concluso il corso di studio della laurea specialistica in product design. Ha lavorato in Italia, Spagna, Portogallo e Regno Unito. Dopo avere collaborato con Cibicworkshop, attualmente collabora con lo studio Chris Kabel a Rotterdam.
Un percorso di riattivazione per i borghi abbandonati della Sicilia al tempo del fascismo
Cos’è che fa di un luogo qualsiasi un bel posto? Sono probabilmente le persone che lo vivono e le relazioni che fra esse si instaurano, ma se ad un certo punto queste persone quel posto lo abbandonano e lo dimenticano, allora non solo esso perde la sua bellezza, ma perde anche il suo stesso senso di luogo.
In questa tesi si parla di Sicilia, si parla di piccoli centri costruiti sessanta o più anni fa in un periodo in cui si voleva, in modi più o meno apprezzabili, cambiare qualcosa, si parla di riattivazione, si parla di nuove forme di turismo, si parla di percorsi, di natura e proposte.
Il lavoro si articola in due momenti fondamentali: la prima una ricerca approfondita sul significato di abbandono e sulle modalità di riattivazione esistenti cercando di estendere i confini non solo all’Italia ma anche al resto d’Europa. In un secondo tempo invece la tesi si concentra sui borghi agricoli costruiti in Sicilia tra il 1920 e il 1960, durante il periodo fascista per il piano soprannominato “piano di colonizzazione del latifondo siciliano”, tra i cinquanta e più borghi costruiti ne sono stati scelti quattro che per le loro caratteristiche geografiche e morfologiche si sono rivelati potenziali interruttori per una riflessione progettuale ampia e complessa. Si è data inizialmente un’impronta d’uso ad ognuno dei quattro borghi, ogni borgo sussisterà grazie ad una comunità residente che attraverso l’agricoltura prodotta nei campi adiacenti a sua volta si occupa della gestione e del funzionamento dell’intero servizio; ognuno dei quattro borghi poi per le proprie caratteristiche viene destinato ad usi specifici: uno snodo turistico, un centro per l’arte e l’artigianato, un centro per la ricerca e la produzione agricola e un piccolo albergo diffuso. In un secondo momento il progetto si concentra sul percorso di centoundici chilometri che collega i quattro borghi, quest’ultimo da effettuarsi a piedi, a cavallo o in bicicletta, attraversa non solo i borghi ma anche zone di pregio naturalistico, cerca di riattivare zone normalmente escluse dai classici mercati del turismo come le zone agricole dell’entroterra siciliano. Sono stati infine progettati una serie di artefatti d’uso ed artefatti comunicativi come microstrutture per la sosta diurna e notturna, strutture di segnalazione, un’applicazione multimediale e un sito internet che cercano di rendere l’esperienza turistica un momento di scoperta e di vissuto. Nella sua complessità il progetto non vuole essere il punto di arrivo o la soluzione al problema dell’abbandono, ma si identifica come lo spunto per intraprendere un percorso di riflessione sulle potenzialità esistenti del nostro territorio.