L’isola che c’è. Imprese cultura territori di Sicilia.
“Viaggio in Sicilia. Progetto per l’arte e il territorio” è un evento di notevole interesse, per il significato che ha e per le prospettive che apre. Planeta ha condotto alcuni artisti in un viaggio attraverso l’isola (il secondo, dopo quello dello scorso anno), nel corso del quale essi hanno elaborato materiali preparatori per una serie di opere, portate a termine durante un soggiorno a contrada Ulmo, sede del baglio e delle cantine dell’azienda. Queste opere, quindi, sono il risultato del rapporto tra un’azienda radicata nel suo territorio, come forse solo le aziende vinicole sanno essere, e la lettura di una serie di aspetti di quel territorio stesso operata da artisti come Raffaele Bueno e Croce Taravella. La logica sottesa a un tipo di evento legato all’arte, come questo, che ha permesso, tra l’altro, a Planeta di ottenere nel 2005 un premio nazionale “Impresa e cultura”, è quella che mira a conquistare visibilità e prestigio ad un’azienda un tipo di iniziativa oggi abbastanza diffuso (si pensi a Prada); va però subito aggiunto che si inserisce in una precisa strategia.
Planeta è un’azienda che dagli anni ’90 ha operato, come altre aziende siciliane, per portare all’eccellenza la qualità dei suoi vini, in una terra prima nota principalmente per la loro abbondanza. Ciò sulla base di uno spirito imprenditoriale che ha compreso l’importanza di abbinare, alla conoscenza del territorio, delle sue caratteristiche, delle sue tradizioni, l’uso di tecnologie moderne. Risultato i vini Planeta, in un breve volgere di anni, hanno conquistato ottime posizioni nelle classifiche mondiali. Insisto su questo aspetto perché ritengo importante affermare come il primo momento di una strategia aziendale che voglia essere vincente non solo nel breve, ma nel medio e nel lungo periodo, sia la qualità del prodotto. In secondo luogo, agendo su mercati nazionali e internazionali, Planeta ha capito presto come la qualità della comunicazione sia indispensabile nel mondo globalizzato, come la strategia d’immagine di un’azienda non sia necessariamente pura retorica pubblicitaria. L’immagine di un’azienda può essere espressione di una cultura complessiva che insiste su ogni aspetto della attività aziendale. Ciò spiega perché, in una situazione geografica dove le aziende non hanno lunghe tradizioni nell’operare sui mercati mondiali, Planeta abbia compreso l’importanza di collaborare con designer per i loghi, le etichette delle bottiglie, il packaging, la grafica in generale, per la progettazione della presenza alle fiere, e così via.
Ma che significa qualità nella costruzione della corporate image? Esaminando la comunicazione di Planeta, si individuano due aspetti. Prima di tutto una grafica che partecipa della cultura visiva contemporanea, dal lettering ai pattern visuali. In secondo luogo, la tensione a suggerire, per simboli, colori, immagini, la percezione di una storia e di una geografia, in riferimento a un locus amoenus, a un paesaggio ideale, alla Sicilia. In realtà Planeta è molto attento a questo duplice aspetto, di legame col luogo e di partecipazione a un mondo globale “glocal”, come oggi si suol dire con un’espressione non particolarmente felice. Si pensi a un file del sito aziendale, “Consigli per chi viaggia”, in cui i membri del clan Planeta, pur dichiarando il loro non esser professionisti del ramo, forniscono consigli per scoprire la Sicilia che amano. E ancora, tra l’altro, alle presentazioni (organizzate con Slow Food) a New York o a San Francisco, dei propri vini in abbinamento con cibi siciliani. In tal modo, promuovere il proprio marchio significa rafforzare l’immagine del “made in Italy” nel mondo e insieme promuovere un prodotto carico di “sapori” e di “profumi” locali.
Significa, in definitiva, promuovere un’intera regione, farsi portatori di scenari che della Sicilia sono interpretazione ed espressione. “Viaggio in Sicilia”, costituisce allora, come si diceva all’inizio, un evento che mira a rafforzare l’identità di un’azienda ma è anche un’iniziativa che può aprire interessanti prospettive. Poco tempo fa Dario Di Vico ha scritto sul Corriere della Sera oggi “nelle imprese, nelle amministrazioni e nelle università del Sud ci sono risorse dirigenziali e intellettuali importanti…” ma “le esperienze positive che pure vengono realizzate…non diventano quasi mai best practice capaci di indurre imitazione”. L’affermazione è categorica ma vicina al vero, anche se c’è da dire che, da questo punto di vista, qualcosa si sta muovendo.
E’ proprio in questo senso che “Viaggio in Sicilia” spinge a porsi un interrogativo è possibile che siano maturi i tempi perché si sviluppino comportamenti tesi a saldare cultura d’impresa e cultura del territorio, perché tali pratiche crescano e si diffondano, a beneficio delle imprese, dei territori in cui operano, delle popolazioni che li abitano E’ possibile cioè che una serie di imprese si colleghino nell’obiettivo di sviluppare iniziative per la valorizzazione di un territorio sublime, e così spesso negletto, come quello siciliano “Viaggio in Sicilia”, “progetto per l’arte e il territorio”, spinge proprio a porsi questo interrogativo, che è insieme un auspicio.